Arrivò a quarant’anni e, un mattino, decise di iniziare il suo libro dell’anima. Per molti anni rimasto nascosto nella mente e nel cuore.
Neppure sapeva come sarebbe iniziato, in realtà, ma ciò decise e ciò fece.
Le prime righe recitavano così:
Aveva quarant’anni quando sentì pronunciare, rivolte a sé, queste parole: “Ma come? Con tutti i soldi che abbiamo speso per farti studiare, tu adesso vuoi insegnare yoga?!”
Ascoltò e valutò. Fece quello che lo yoga insegna: osserva e non giudicare. Ciò che vi è di più raro e difficile al mondo.
Non ci riuscì, infatti.
E decise che, forse, i genitori non si possono dividere in buoni e cattivi, meritevoli e immeritevoli. Ma giudicò e decise che per i suoi di figli avrebbe voluto essere, con tutta l’anima e tutte le forze, un genitore diverso. Non migliore, magari, ma uguale mai.